lunedì 18 agosto 2014

un articolo fatto bene ...secondo me.







18 agosto, ore 10.30: bip … bip… bip… ecco il messaggio sul cellulare che mi avverte di una e-mail.
E’ un Google Alert.
Si parla di Fontana di Trevi. L’articolo è su un blog, “Arts Blog”.
Mi vado a prendere il caffè rimasto e mi siedo al computer.
Sono sempre contento di vedere che fioriscono nuovi “luoghi” dove parlare e discutere di Arte… non sono mai abbastanza.
E io non sono uno di quelli che pensa che di Arte debba parlare solo chi ha una preparazione specifica; secondo me di arte può parlare chi ha sensibilità, curiosità, amore per la cultura e per la verità.
Ecco perché il caffè mi va storto…
Subito c’è qualcosa che disturba… imprecisioni storiche e artistiche, commenti wikipediani che ormai hanno decisamente stancato e che non si possono tollerare in un blog che porta la parola “Arts” nel proprio stesso nome ma, ovviamente, mi disturba la superficialità con cui viene trattata la performance artistica del sottoscritto.
Possibile, mi chiedo, che a distanza di 7 anni, dopo che ormai Fontana di Trevi si trova su cataloghi d’arte editi in più lingue e distribuiti in più continenti; dopo che sono stato invitato a partecipare a numerose Biennali, tra cui quella di Venezia; dopo che Università, Accademie e Istituti italiani e stranieri mi invitano per conferenze…. possibile che c’è chi ancora che, per allungare di qualche riga il proprio articolo, scivola in malo modo su commenti gratuiti riguardanti una performance che ha fatto storia?
Perché diciamocelo, io, nonostante il caratteraccio che molti mi imputano, una critica costruttiva la accetto sempre, una opinione personale anche, ma dopo  il “diritto di cronaca” non ci si deve dimenticare che esiste anche un “dovere di cronaca”!
In ogni riga riguardante la mia performance l’autrice dell’articolo commette imprecisioni tuttt’altro che professionali, indice che la suddetta non ha avuto nemmeno 5 minuti di tempo per potersi informare sui fatti (ma non è dovere di un giornalista almeno informarsi?), sul sottoscritto (che appella “attivista”), sulla fontana che dice di ammirare tanto (MARMO?!? Da quando Fontana di Trevi è fatta di marmo?!?), sul colorante (pigmento naturale, non colorante… ormai è noto a tutti e tecnicamente è completamente differente) e sugli avverbi (“fortunatamente” non è avverbio da utilizzare di fronte ad un pigmento naturale che difficilmente potrebbe attecchire e di conseguenza rovinare il travertino – non il delicato marmo – con cui è fatta la fontana!).
Sì, lo so, non dovrei perdere tempo a puntualizzare ma c’è una cosa per cui sono e rimarrò sempre “attivista”: l’amore per l’arte e per la verità.
E per ultimo un consiglio che voglio dare prima di tutto a me stesso: prima di iniziare qualsiasi cosa, una performance, un quadro, una scultura, una ceramica, un articollo… STUDIARE, INFORMARSI, CONOSCERE.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro a tutti.
Graziano Cecchini















Artsblog.it (Blog)

Scritto da: Arianna Ascione - lunedì 18 agosto 2014


Iniziamo la nostra rubrica dedicata alla opere più belle del mondo con un grande classico: la Fontana di Trevi, una delle fontane più conosciute in assoluto, e simbolo dell'Italia a livello internazionale.
Nei primi giorni di agosto è stato annunciato un vero e proprio boom di visitatori sul ponte panoramico allestito al suo interno: il celebre monumento infatti in questo periodo è ammirabile da una prospettiva tutta nuova, complice anche il cantiere di restauro 'aperto'. In un solo mese ci sono stati ben 250mila visitatori - tra turisti e romani -, con una media di 1.200 persone ogni ora.
L'opera, progettata da Nicola Salvi, è in stile tardo barocco, e venne inaugurata nel 1735 da papa Clemente XII, nonostante fossero ancora in corso i lavori di realizzazione. Fu completata solo dopo quasi trent'anni, nel 1762. Una curiosità: nè Salvi, nè l'autore della fontana, lo scultore Giovanni Battista Maini, videro l'opera finita. Salvi infatti morì nel 1751 e Maini nel 1752. Venne così affidato l'incarico allo scultore Pietro Bracci, e in tutto sul monumento lavorarono almeno dieci artisti. Il tema della fontana è il mare, ed è tradizione lanciare all'interno della vasca una monetina per propiziarsi un ritorno nella Capitale. Le monetine, che vengono raccolte periodicamente, vengono poi destinate alla Caritas.

Abbiamo visto molte volte la Fontana di Trevi all'interno di pellicole cinematografiche, come "La Dolce Vita" di Federico Fellini (1960) e "Tototruffa 62" (1961), e ricordiamo il gesto dell'attivista Graziano Cecchini, che il 19 ottobre 2007 rovesciò all'interno dell'opera un colorante: le acque della Fontana di Trevi diventarono rosse, fortunatamente senza conseguenze per il delicato marmo.
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