sabato 25 maggio 2013

Futurismo: per una nuova estetica della guerra (contro la Casta Culturale/Mediatica


fonte -Eccolanotizia

CULTURA E SPETTACOLO

Futurismo: per una nuova estetica della guerra (contro la Casta Culturale/Mediatica)

E’ tempo di parole nette, atomiche per il futurismo contemporaneo contro certo andazzo sia degli old media in particolare che – piu in generale – della casta culturale italiana. Il mondo ruota veloce, noi futuristi siamo nuovamente sul promontorio dei secoli, anzi oltre.. persino nel ciberspazio; almeno dal 2000, ma anche prima nel secondo novecento :
la stagione eroica in pieno negazionismo della vulgata gramsciana ( sia ben chiaro amputando Gramsci che lascia pagine sul futurismo in senso positivo e contrarie rispetto alla sciagurata esegesi glossatoria comunistica) si riassume nella generazione di Enzo Benedetto e Futurismo Oggi (Roma), anche Luigi Tallarico, Gino Agnese, Marzio Pinottini, J. M. Vivenza (Electro-Institute, Grenoble), Giovanni Lista, Francesco Grisi, anche Mario Verdone, fino allo stesso Tullio Crali, Antonio Fiore Ufagrà tutt’oggi protagonista. Negati dalla critica ideolgica erano futuristi figure ben note come Munari, Baj, Schifano, Nespolo, Lodola (e altri) alcuni ancora in primissimo piano.
Poi, nel terzo millennio nascente, chi scrive e Vitaldo Conte – lo stesso Baldo Savonari (ma già attivissimi anche prima), fino a Graziano Cecchini, Antonio Saccoccio e netfuturismo, almeno parzialmente Riccardo Campa, Stefano Vaj e i transumanisti futurologici. Non ultimo altri giovani o meno giovani artisti e ricercatori “militanti”, da M. Hajek a Marcello Francolini, da Sandro Giovannini a Stefano Balice.
Ed esistono ormai diverse prove pubblicistiche, libri piu o meno programmatici (noi, Conte e Campa ne abbiamo scritti e-o curati diversi, anche per l’editoria nazionale storica, non solo underground), case editrici (a cura di Saccoccio e altri); decine e decine di nuove cosiddette serate futuriste o azioni performative, ecc. tra letteratura, saggistica, video e net art, antimostre.., anche convegni ufficiali, centenari non solo celebrativi ma viventi del futurismo finiti sulla Rai nazionale, sinergie internazionali.
Tuttavia certa casta culturale e mediatica continua a distillare le notizie con il contagocce, quando non arriva pure a vere proprie censure e rimozioni significative. Evidentemente è necessaria anche una nuova guerra futurista, anzi ecofuturista ora visto il mero bersaglio meramente simbolico, ma laddove le parole sono fatti tornano ad essere spada e dinamite o droni intelligenti…
La colpa è anche dell’area futurista nuova: tranne pochissime eccezioni siamo troppo lenti rispetto alla velocità dell’informazione attuale (e del mondo); non ultimo certa stessa area critica pur fondamentale per certo revisionismo (progressista!) attuale, prossima da anni alla casta stessa culturale italiana, pare quasi tramautizzata dalla presenza di nuovi futuristi assolutamente viventi e produttivi: anziché cavalcare il fenomeno lo edulcarono o lo ignorano quasi, in regressione anche neoaccademica.
Infine, lasciati nel focus per ultimi, ci son sempre i pennivendoli nazionali, vera casta ancor peggio degli addetti ai lavori: valga per tutto (vedi link attualissimo) come esempio modulabile che cosa ha scritto lo stesso O. Beha in merito alla dignità conoscitiva e professionale della stampa italiana globale (eccezioni? Certamente ma qualche rondine non fa primavera… come la stagione stessa 2013, la più piovosa da 200 anni esemplifica anche ai più asini…) sull’anniversario del delitto Falcone…
Noi aggiungiamo: per capire tale andazzo a volte meglio capolavori scientifici quali L’Universo senza Stringhe di un ben noto Smolin, quando differenzia fondamentalmente tra scienza normale e scienza “veggente” rivoluzionaria; ovvero noi futuristi siamo nuovamente la prima postavanguardia del nostro tempo rivoluzionaria, neovaloriale, oltre la società postmoderna e liquida che quasi tutti contestano e poi ci sguazzano morbosamente dentro manco fosse una Vasca d’Idromassaggio (secondo noi colma di letame … nudo!). Al passo, come ricette concrete estetico-sociali e-o oltreartistiche, oltre-reali e reteali.. con certa avanguardia delle scienze neoumanistiche (da Julian Huxley a Popper, da Freud a Feyerabend, da Bertrand Russell a H.M. Enzensberger, da Norbert Wiener a Aubrey de Gray) esempi intercambiabili ad personam). E sia ben chiaro, ben ne vengano altre per flotte sinergiche più robuste e sovversive…
Molti giornalisti e addetti ai lavori fanno proprio schifo! Come diceva Marinetti, molti cadaveri esige ancora il progresso. In chiave immaginaria – nel senso qua sopra discusso- resta il nostro programma “militante” principale! E pochi turbamenti: quando i futuristi inneggiavano (più simbolicamente che letteralmente l’intendevano in tal senso già a suo tempo, esattamente come un certo Eraclito, come lo stesso Chaplin nei suoi celebri “comizi” performativi alla vigilia dell’intervento americano liberatore per la seconda guerra mondiale… Una nuova guerra futurista in Italia, simbolica (ribadiamo per le sinapsi di granito), necessaria per l’arte e la società italiane nei prossimi decenni, se non altro per “celebrare” degnamente (quasi tutti -altrove- fissati in ogni o quasi dibattito globale… sulla memoria storica e quasi mai sulla Invenzione del Futuro!) i compleanni imminenti della prima guerra mondiale (l’unica che abbiamo vinto noi italiani, guarda guarda contro i tedeschi…) e la rivoluzione d’Ottobre…

Roby Guerra

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